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Descrizione

Passò dalla diocesi di Vercelli alla diocesi di Casale già nel 1474 Chiesa parrocchiale sita all’estremo nord-est del paese, presso il castello. Elencata negli estimi della pieve di Meda senza titolo nel 1298-99, col titolo nel 1348. Nel 1336 ricevette un cospicuo legato per la sua ricostruzione . La chiesa venne riedificata tra il 1660 circa e il 1670: lavori diretti da Sebastiano Guala, capomastro Rocco Spaino, stuccatore Giovanni Battista Bianchi. Dopo la cacciata delle truppe franco-ispane nel 1746, si decise di erigere in ringraziamento un nuovo altare di marmo . L’edificio è stato restaurato nel 1963. Facciata neoclassica a due ordini, culminante con un timpano nella cui nicchia è posta una statuetta di S. Giovanni Battista. Pregevole la porta lignea intagliata. Sulla parete meridionale si intravedono due quadranti solari senza stilo mal conservati (uno è interrotto da una recente intonacatura). Un graffito presente sulla stessa parete è stato interpretato come orologio solare ad ora canonica, di epoca medievale . Il campanile ha una parte inferiore più antica, con tessitura mista di mattoni e conci di pietra da cantoni e cella campanaria barocca in mattoni.
 Pianta a croce latina, navata unica con presbiterio e abside semicircolare. Le pareti interne sono segnate da lesene con capitelli ionici. La volta a botte lunettata è divisa da archi trasversali sorretti dalle lesene. Nel presbiterio e nel coro sono presenti decorazioni ad affresco, raffiguranti la Nascita di S. Giovanni Battista, le tre Marie, la Decollazione del Battista, i quattro Evangelisti, le Virtù teologali. Il tabernacolo dell’altar maggiore è sormontato da un piccolo Crocifisso. Nell’abside è posta una tela d’inizio sec. XIX raffigurante il Battesimo di Cristo. Coro ligneo. Il presbiterio è delimitato da una modesta balaustra. I due altari laterali, dedicati a S. Francesco e alla Madonna del Rosario, hanno paliotti in scagliola in cattive condizioni e tele raffiguranti rispettivamente S. Antonio da Padova col Bambino e un santo diacono martire (secondo una tradizione locale sarebbe S. Edvino), firmata in basso a sinistra «Guala» (si tratta di Lorenzo Guala, padre di Pier Francesco) e la Madonna del Rosario col Bambino e i Ss. Domenico e Caterina, coi Misteri disposti ad arco (verosimilmente dello stesso autore). Un’altra tela raffigura i Ss. Sebastiano e Rocco, con l’Addolorata e angeli reggenti la Sindone. In nicchie o edicole pensili sono collocate varie statue: S. Rita, Immacolata, S. Domenico Savio, S. Giuseppe, Madonna incoronata policroma, reliquia di S. Giovanni Bosco; in una piccola nicchia vetrata è accolto un Gesù Bambino dormiente sulla croce, grazioso ex voto in alabastro. Il battistero è delimitato da una cancellata; presenta il Battesimo di Cristo in stucco patinato simil oro. La cappelletta sul lato opposto ha un dipinto murale raffigurante l’Angelo custode che accompagna due ragazzi. Il pulpito ligneo ottocentesco è decorato in oro. Dai due confessionali sono state rubate le porticine intagliate. La bussola ha anche funzione di cantoria; al di sopra si apre una finestra vetrata con l’immagine di S. Giovanni Battista. Le porte della sacrestia hanno belle decorazioni pseudo-araldiche in stucco. La sacrestia è stata realizzata in epoca successiva alla chiesa; conserva un bel mobile del sec. XVII, cui son stati sottratti gli sportelli laterali.

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